
Piazza Garibaldi - Villa Comunale
(XX sec.)
Il 18 maggio del 1913 Giuseppe Palombella, sindaco di Giovinazzo, andò a uno degli appuntamenti più importanti della sua vita politica: l’inaugurazione del Giardino Comunale. Era la realizzazione di un sogno coltivato per quasi trent’anni, dai tempi in cui Palombella era il giovane presidente del Reale Ospizio Vittorio Emanuele II. Giuseppe Palombella, con il suo abito scuro e il portamento fiero, si avvicinò al podio. Il mormorio della folla si affievolì. Le sue parole, misurate e profonde, risuonarono in aria cariche di significato. Non parlava solo di un giardino, ma di un’idea rivoluzionaria per l’epoca: anche il popolo, come i nobili, meritava di avere un luogo in cui poter passeggiare, riposare e godere della bellezza della natura. «Come i signori hanno le loro ville, i loro giardini, i loro boschetti, è giusto che ne possieda uno anche il popolo», dichiarò, scandendo le parole. Un messaggio senza precedenti: il diritto al verde non era una concessione, ma il riconoscimento del lavoro e del sacrificio di chi costruiva giorno per giorno la comunità.
Palombella ricordò tutte le difficoltà affrontate per arrivare a quel momento: la sua richiesta, nel lontano 1886, di creare uno spazio verde aperto a tutti, le lentezze burocratiche che avevano rallentato la pratica, la firma dell’atto notarile, nell’agosto 1887, che concedeva il terreno al Comune. La vasta area verde, all’epoca un semplice appezzamento coltivato dagli allievi del Regio Ospizio, poteva finalmente diventare un vero e proprio giardino pubblico.
Fu l’incontro con Giuseppe Lanari, un brillante ingegnere di Molfetta, a dare nuova linfa al progetto. Lanari era un uomo di ampie vedute, e capì subito che per far emergere il giardino era necessario superare l’isolamento della zona. Decise così di fare qualcosa di audace: demolire una parte della Caserma dei Carabinieri, situata proprio all’interno dell’Ospizio, per aprire una nuova strada. Nasceva così l’attuale Corso Amedeo, una via che non solo avrebbe collegato la piazza principale alla stazione ferroviaria, ma avrebbe anche aperto nuove prospettive di sviluppo urbanistico intorno al Giardino.
Un secolo dopo quell’inaugurazione, nel 2013, la comunità di Giovinazzo decise di rendere omaggio a Giuseppe Palombella, l’uomo che aveva creduto fermamente in quel progetto, dedicandogli proprio la Villa comunale. Oggi, mentre si cammina lungo i viali alberati della Villa, si può vedere il busto di Giuseppe Palombella che osserva silenzioso i visitatori, simbolo di una visione sempre viva nella memoria collettiva.