
Chiesa Santa Maria della Misericordia
(Sec. XVII)
Fino al 1529, in questo luogo, sorgeva una cappella conosciuta come “di Pantaleo” o “Pantaleone”. All’interno, custodiva l’affresco della Madonna dello Spasimo, ritenuto miracoloso e venerato dalla popolazione, che trovava conforto e protezione sotto il suo sguardo. La serenità del luogo fu brutalmente interrotta quando Giovanni Battista Caracciolo, duca di Melfi, distrusse la cappella. L’atto sacrilego s’inquadra nelle lotte per il potere e nelle faide nobiliari che imperversavano in quel periodo, funestato da rivalità tra famiglie che spesso sfociavano in violenti scontri e rappresaglie. Anche se l’affresco della Madonna dello Spasimo scampò miracolosamente alla distruzione, alimentando ancora di più le speranze e la devozione dei fedeli, la perdita della cappella gettò il popolo in un profondo sgomento. Provvidenziale il deciso intervento del vescovo Giulio Masi, che decise di finanziare la costruzione di una nuova chiesa, che fu ultimata nel 1624, dopo dodici anni di lavori. Il presule fiorentino consacrò solennemente la nuova chiesa con il titolo di Maria Santissima della Misericordia. L’impegno e la dedizione del vescovo Giulio Masi furono tali che il suo stemma ancora oggi adorna la facciata della chiesa. La presenza della nuova chiesa trasformò il nome della località, che in precedenza era conosciuta come “Fundi Templi” (Fondo del Tempio) o “Templi Domini”.
Questi antichi nomi evocano un passato misto di storia, tradizione popolare e leggenda. Si narra che, in epoca pagana, in questo territorio sorgeva un tempio dedicato alla dea Minerva, con un edificio attiguo in cui dimoravano le sue sacerdotesse. Nel 1200, dal tempio ormai abbandonato, furono prelevate dodici colonne di marmo numidico che abbellirono la Cattedrale fino al 1747, quando il vescovo Mercurio le fece sostituire con pilastri in pietra calcarea. “Templi Domini”, altro nome testimoniato nei documenti, faceva riferimento ai Templari, che nel 1310 cedettero la proprietà di quella zona all’Ordine Gerosolimitano. L’interno della chiesa, semplice e sobrio, conserva l’affresco della Madonna dello Spasimo (ora di Santa Maria di Costantinopoli) e due altari degni di nota: quello centrale, proveniente dalla Cattedrale, e quello laterale di san Michele, proveniente dall’omonima cappella presso Torre del Tuono. Oggi la chiesa di S. Maria della Misericordia, con le sue storie di distruzione e rinascita, rappresenta un simbolo di fede genuina e incrollabile devozione popolare.