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Cimitero


(XIX sec.)

Il 12 giugno 1804, Napoleone Bonaparte firmava il “Décret impérial sur les sépultures”, noto anche come “Editto di Saint-Cloud”. Quel giorno, a pochi chilometri da Parigi, nel magnifico castello di Saint-Cloud, residenza prediletta dell’imperatore, si decretava la nascita dei cimiteri moderni e si disciplinava in modo definitivo la pratica delle sepolture.

L’editto perseguiva due obiettivi principali. Il primo era di natura igienico-sanitaria: si vietava la continua sovrapposizione dei corpi nei luoghi di culto e all’interno dell’abitato, prevenendo così la diffusione di miasmi e di malattie. Il secondo obiettivo era di tipo ideologico: si stabiliva che tutte le tombe dovessero essere uniformi, rispettando il principio rivoluzionario di uguaglianza sociale. Anche Giovinazzo, che al pari di tutto il Regno di Napoli era stata sotto il governo francese dal 1806 al 1815, si adeguò a questa radicale direttiva. Nel 1819, seguendo il progetto dell’ingegnere Tenone, la città iniziò a dotarsi di un proprio cimitero, scegliendo di ubicarlo nei pressi della chiesa del Crocifisso. Tuttavia, la realizzazione dell’opera avvenne solo nella seconda metà dell’Ottocento.

Il cimitero odierno si presenta suddiviso in diverse zone, ciascuna custode di storie e di vite che vi riposano nella quiete eterna. Il complesso è circondato da un muro perimetrale, interrotto da un accesso monumentale con un timpano sormontato da un’iscrizione. Un viale centrale divide le varie sezioni e conduce alla zona più antica, dove si trova la cappella comunale. Dal vestibolo principale, contrassegnato da colonne tuscaniche, si accede a cappelle gentilizie e confraternali che arricchiscono lo spazio sacro. Tra le cappelle più antiche spicca quella del Santissimo Sacramento del 1873, dove è sepolto l’artista giovinazzese Tommaso Piscitelli, autore della monumentale fontana in Piazza Vittorio Emanuele II. Nel Novecento, il cimitero fu ampliato verso il mare. Questa nuova area ospita il monumento-ossario ai caduti, dominato dall’imponente statua di un milite ignoto, realizzata da Adolfo Rollo. L’accesso al cimitero avviene attraverso un viale alberato, ornato di cipressi secolari e arricchito da cappelle decorate con dipinti che raffigurano scene della Passione.