
Chiesa di San Domenico
Nel 1704, fuori dalle maestose mura della città, i domenicani, rinomati per la loro fama di teologi e predicatori, decisero di intraprendere una grandiosa impresa. Guidati dal visionario padre Antonio Cantalupi, iniziarono la costruzione di un imponente convento con annessa chiesa, destinato a diventare un fulgido esempio di architettura e arte sacra. L’edificio, progettato con cura e passione, fu completato solo nel 1885, donando alla città una perla di devozione e bellezza.
La facciata della chiesa colpisce immediatamente lo sguardo con il suo portale sormontato da un elegante timpano triangolare e una bifora dalla quale la luce s’irradia all’interno, creando morbidi giochi cromatici. La pianta è a croce latina, articolata in tre navate e sovrastata da una raffinata cupola sul transetto. Le pareti e le volte sono riccamente decorate con dipinti dei maestri giovinazzesi Giuseppe e Saverio De Musso, che hanno saputo narrare con colori vividi e fini dettagli le storie del Vecchio e Nuovo Testamento, nonché un ciclo di opere che celebra l’Ordine Domenicano.
Particolare attenzione merita la navata sinistra, dove è custodito il prezioso San Felice in cattedra, un dipinto cinquecentesco di Lorenzo Lotto. Questo capolavoro, che in origine faceva parte di un trittico, fu scoperto per caso tra gli arredi trasferiti nella parrocchia dalla vecchia chiesa di San Felice, ormai abbandonata. L’opera raffigura San Felice vescovo, il cui sguardo penetrante sembra seguire lo spettatore, nella suggestione di una presenza viva e quasi tangibile. Un’altra sorpresa attende i visitatori al portale d’ingresso: la bussola, sormontata da un acroterio intagliato e dorato, è abbellita da un dipinto di De Musso che raffigura l’episodio evangelico della Cacciata dei mercanti dal Tempio.
Ma la chiesa custodisce anche un tesoro spirituale di inestimabile valore: le reliquie del Beato domenicano Nicola Paglia. Nato a Giovinazzo nel 1197 e morto a Perugia nel 1256, Paglia fu un compagno di san Domenico e fondatore di numerosi conventi. Le sue reliquie, venerate con grande devozione, ricordano ai fedeli il legame profondo tra la comunità locale e il carismatico predicatore, il cui spirito continua a vivere tra le mura di questo straordinario complesso sacro.