
Casina della Principessa
(XVII sec.)
Anticamente, un lungo e maestoso viale alberato collegava la villa a Piazza Vittorio Emanuele II, situata nel cuore della città. Ogni giorno, il viale era animato dal passaggio delle carrozze trainate da eleganti cavalli, che trasportavano nobili e cortigiani. Le fronde degli alberi, intrecciate sopra il viale, creavano un suggestivo gioco di luci e ombre, accompagnando i viaggiatori fino all’imponente portale d’ingresso della villa, che dominava l’accesso fino alla fine dell’Ottocento.
Di fronte alla villa, è ancora visibile la pista ovale che consentiva il transito delle carrozze, una testimonianza muta di quei tempi lontani. Al piano inferiore del complesso residenziale si trovava un ampio porticato, mentre nel giardino retrostante si ergono ancora oggi una fontana zampillante e una torretta. Quest’ultima, con il suo aspetto severo e misterioso, potrebbe essere stata usata come postazione fissa per la caccia, offrendo una vista privilegiata sui dintorni.
La villa, con i suoi tre piani ancora ben conservati, ha visto secoli di storia. Frazionata ora in più unità abitative, continua a servire come residenza privata, preservando intatta la sua nobile aura. La sua costruzione fu voluta da Nicolò Giudice Caracciolo, ambizioso discendente di una facoltosa famiglia di banchieri genovesi. Principe di Cellamare dal 1631 e duca di Giovinazzo e di Terlizzi dal 1651, Nicolò fece della villa un simbolo del suo prestigio e del suo potere. Fu anche il committente del magnifico Palazzo Ducale, situato nel centro storico, dove trascorse gran parte della sua vita.
La villa rimase nelle mani dei discendenti della nobile casata Giudice Caracciolo fino al 1770, anno in cui la principessa Eleonora Giudice Caracciolo, ultima erede della famiglia, morì senza lasciare discendenti. Con la sua morte, il feudo di Giovinazzo fu ceduto al re, chiudendo così un capitolo importante della storia familiare.