cover_res

Palazzo Framarino dei Malatesta


(XIV-XIX sec.)

Il nome di questo palazzo riecheggia da epoche lontane, evocando un tempo in cui la nobiltà e l’aristocrazia vivevano giorni di gloria e sfarzo. Le sue mura, imponenti e ricche di vicende, erano testimoni del potere di una delle famiglie italiane più influenti e temute del Medioevo: i Malatesta.

Tra le figure leggendarie della casata, spicca Giacomo Malatesta, un giovane cavaliere audace e carismatico, il cui nome si estese fino alle coste di Giovinazzo. Conosciuto non solo per le sue spiccate abilità militari, ma anche per il suo spirito nobile e la sete di avventura, Giacomo conobbe durante un viaggio nel sud Italia Geminella Spinelli, figlia del Gran Cancelliere del Regno. Affascinato dalla sua grazia e bellezza, Giacomo la chiese in sposa, consapevole che questa unione, oltre a legare due cuori, avrebbe anche consolidato una potente alleanza tra Rimini e Giovinazzo.

Il Palazzo Framarino dei Malatesta, pur avendo subìto diversi rifacimenti nel corso del tempo, rimane l’unico edificio nel centro storico di Giovinazzo ad avere le quattro facciate libere, rivelandosi in tutta la sua monumentale maestosità. Entrando, il visitatore compie un viaggio attraverso il tempo: l’androne, con le sue ampie archeggiature, introduce in un mondo di perduta eleganza, dove l’ultima di una serie di dodici carrozze, ormai scomparse, testimonia un’epoca di manifesto splendore. Il salone, in stile impero, con volte a padiglione e soffitto interamente dipinto, conserva ancora l’arredamento originale: divani, grandi consolle e specchiere, lampadari con vetri colorati, arazzi e un antico albero genealogico dipinto. Ogni stanza narra un frammento della storia dei Malatesta, esponendo armature e armi antiche, insieme ai ritratti dei membri della casata, che vanno dai colonnelli di cavalleria ai governatori, fino ai letterati e agli storici. Tra tutti, emergono i riferimenti a Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini e Fano, brillante condottiero del XV secolo, e a sua moglie Isotta degli Atti.

Al piano nobile, nel Salone delle Feste, sembra ancora riecheggiare la musica del Settecento, suonata e danzata in un turbinio di vesti colorate. Le scene di vita campestre raffigurate negli arazzi che adornano le alte pareti, illuminate dal sontuoso lampadario in legno dorato e cristallo di Boemia, sembrano prendere vita sotto lo sguardo degli ospiti. Nei sotterranei del palazzo, un antico frantoio ipogeo produceva olio dalle olive raccolte nelle vaste proprietà della famiglia. Con una concessione perpetua, ottenuta da Alfonso d’Aragona nel 1437, godevano del privilegio di esportare, senza alcun gravame, l’olio al di fuori del Regno, un segno tangibile della loro influenza e ricchezza.

Visitare il Palazzo Framarino dei Malatesta è come viaggiare nel tempo, diventando spettatori e ospiti di un’aristocrazia d’altri tempi, dove ogni angolo e ogni dettaglio raccontano una storia di potere, bellezza e gloria passata.