saraceno

Palazzo Saraceno


(XV sec.)

Tra le dimore nobili ancora esistenti nel centro storico di Giovinazzo, Palazzo Saraceno rappresenta un fedele esempio dell’arte rinascimentale applicata all’edilizia privata. Costruito tra il XV e il XVI secolo, il palazzo è un testimone silenzioso e severo di epoche passate e racconta storie di nobiltà, coraggio e mistero. Il palazzo apparteneva alla famiglia Saraceno, originariamente conosciuta come Da Girifalco. Secondo una suggestiva leggenda, il nome Saraceno fu adottato dopo che un capitano della famiglia, durante la prima Crociata, decapitò con un sol colpo di spada un temibile comandante Moro. L’episodio segnò per sempre il casato, che da allora adottò come simbolo la testa di Moro, ben visibile nello stemma del palazzo, dove un leone rampante attraversa una banda decorata con tre teste di moro, simboli di forza e coraggio. Estremamente eleganti sono le finestre del piano nobile, con evidente influenza catalana, a testimonianza della presenza spagnola in quell’epoca, e la fascia basamentale in bugnato. Il portale maggiore, con ampio fornice, introduce nel cortile interno dal quale parte una scalinata rimaneggiata che conduce ai piani superiori, dove si può ancora intravedere un giardino pensile, l’ambito “paradiso di delizie” delle famiglie nobili del tempo. Questo giardino conserva una vera da pozzo poligonale in pietra calcarea locale, decorata con le tre teste di saraceno in bassorilievo.

La cappella di famiglia, dedicata a San Giuseppe, un tempo scorporata dal palazzo, è oggi una abitazione privata, ma conserva ancora sull’architrave la data della sua consacrazione: 1635. Due iscrizioni epigrafiche adornano il palazzo, a tramandare la potenza e la cultura del casato Saraceno. Sul prospetto principale, un monito in volgare avverte chiunque abbia intenzioni ostili: «El saracino tengez et sempre coce et quanto più lu tocchi più te noce». Un’altra iscrizione, più dotta, incisa sul fronte di via San Giuseppe, riecheggia versi tratti dal II canto dell’Inferno dantesco: «Temer si dee sol di quelle cose ch’hanno potenza di far altrui male, de l’altre no, che no son paurose».

Palazzo Saraceno non è semplicemente un luogo, ma un viaggio nel tempo, un portale verso un passato di grandezza e nobiltà. Ogni dettaglio, dalle decorazioni alle iscrizioni, racconta la storia di una famiglia che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia di Giovinazzo