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Chiesa Santa Maria degli Angeli


(XIII-XVI sec.)

Casa Torre Sagarriga Spinelli (XIII sec.)

Nel cuore del XIII secolo, quando le mura normanne che un tempo cingevano la città erano ormai ridotte a macerie, si ergeva un antico edificio dedicato a Sancta Maria ad Muros. La chiesa, che prendeva il nome dalla sua vicinanza alla cortina muraria, si affacciava su via Fossato, testimoniando il fervore religioso di quei tempi. Col passare degli anni, nel XVI secolo, l’edificio fu ricostruito e rinominato Santa Maria degli Angeli, abbracciando la spiritualità francescana che permeava l’epoca.

L’altare principale ospita una tela straordinaria: la Madonna con Bambino che impartisce l’indulgenza a San Francesco, un capolavoro settecentesco del pittore giovinazzese De Musso. I medaglioni affrescati sulle pareti laterali, risalenti allo stesso periodo, illustrano la Natività, la Presentazione al tempio e l’Assunzione della Vergine, arricchendo la chiesa di immagini sacre e di devozione. L’altare a destra conserva il venerato dipinto dell’Eterno Padre, oggetto di un culto molto sentito in città. La chiesa, caratterizzata da una pianta rettangolare e realizzata in blocchi di pietra sbozzati, custodisce anche statue dei misteri, come la Desolata e il Cristo legato alla colonna, accanto alla statua in cartapesta della Madonna degli Angeli, opera del maestro leccese Giuseppe Manzo.

La costruzione della chiesa portò a una ridefinizione del perimetro della vicina residenza degli Spinelli. Su via Madonna degli Angeli, una scala conduce al suggestivo giardino pensile della casa-torre Sagarriga-Spinelli, una struttura medievale ricca di alberi di agrumi. Sono ancora visibili i resti delle monofore, mentre una bifora, ben conservata, si affaccia sulla strada. Il portale d’accesso del palazzo, in stile barocco, testimonia i numerosi rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli. La famiglia Spinelli, una delle casate più influenti della storia cittadina, ha avuto personaggi di spicco come Coletto, capo dell’Universitas nel XII secolo, messer Matteo, presunto autore dei Diurnali, cronache in volgare del Regno di Napoli, e Nicolò, gran cancelliere della regina Giovanna d’Angiò.