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Cappella S. Maria di Corsignano


(XX sec.)

Nel lontano 1188, una nave solitaria solcava le acque dell’Adriatico, con le vele lacerate e lo scafo consumato da tempeste e battaglie. A bordo, un uomo con le cicatrici di un guerriero. Era il capitano Gereteo Alesbojsne, un nobile crociato francese fuggito da Gerusalemme dopo la caduta della città sotto la spada del temuto Saladino. Il suo viso raccontava una storia di dolore, sacrificio e fede, una fede che aveva resistito alle prove più dure e che, nonostante tutto, ancora lo sosteneva.

Quando la nave finalmente approdò nel porto di Brindisi, Gereteo sentì il bisogno urgente di trovare un rifugio. Il destino lo guidò verso l’antico Casale di Corsignano. Gli abitanti del casale accolsero Gereteo con il calore e il rispetto riservati a un valoroso guerriero. Il capitano, colpito dall’ospitalità e dalle premure della gente, decise di ricambiare con un gesto significativo. Tra i pochi tesori che portava con sé dalla Terra Santa, vi era una preziosa icona, che aveva salvato dalla distruzione della chiesa maggiore di Edessa e che rappresentava, per lui, un simbolo di speranza e fede, un ricordo tangibile della sua lotta per la cristianità. Quando l’icona fu posta sull’altare della chiesa del casale, oggi conosciuta come Padre Eterno, la comunità percepì immediatamente una nuova energia, una sorta di sacralità che permeava l’intero luogo. Ben presto, si diffusero racconti di miracoli attribuiti alla mistica immagine, e la sua fama crebbe di anno in anno, richiamando pellegrini e fedeli da ogni dove.

Nel 1388, Giovinazzo era attraversata da tensioni e conflitti tra il popolo e i nobili, un aspro dissidio che minacciava di lacerare il borgo. In cerca di concordia e armonia, la comunità si rivolse alla Madonna, invocando la sua intercessione per riportare la serenità. Fu così che, un’estate, dopo mesi di preghiere e suppliche, la Madonna di Corsignano fu proclamata protettrice del borgo, nel nome della speranza e della pace. Da quel momento, ogni anno, nella terza domenica di agosto, i fedeli si riuniscono per onorare la Madonna, offrendo i segni più belli della loro devozione e rinnovando un voto che dura ormai da secoli.

La cappella di Santa Maria di Corsignano, eretta nel 1950, custodisce oggi una copia in pietra dell’edicola originale, realizzata dallo scultore locale Paolo Palumbo, dopo il furto della precedente copia. La cappella, simile a una grande edicola votiva, è un luogo di pellegrinaggio, dove la leggenda e la fede continuano a vivere, intrecciate nel cuore di ogni abitante, perpetuando una tradizione che resiste al passare del tempo.