
Chiesa Padre eterno
(XII sec.)
Di fronte a te si erge una chiesa fortificata del XII secolo, un autentico bastione di spiritualità. La maestosa torre campanaria, articolata su tre piani, è adornata da due piccole monofore, che un tempo permettevano agli abitanti dello scomparso casale di Corsignano di scrutare l’orizzonte alla ricerca di eventuali minacce e trovare rifugio in caso di pericolo.
All’interno, la chiesa si apre su una navata unica, suddivisa in tre campate da eleganti archi a tutto sesto. L’altare barocco, donato dalla potente famiglia Sagarriga nel XVIII secolo e scolpito da Nicolò Buonpensiero, riflette la luce delle candele in giochi di ombre e colori che danzano sulle pareti affrescate. Il catino absidale è ornato da un affresco che ritrae Cristo, San Giovanni Battista e la Vergine, conferendo alla chiesa il titolo di Chiesa del Padre Eterno e una sacralità tangibile. Recenti lavori di restauro hanno portato alla luce frammenti di antichi affreschi, tra cui le immagini dei Santi Cosma e Damiano, che testimoniano un passato di gloria e devozione.
Accanto alla chiesa si trova un’altra struttura, che racconta una storia di dolore e speranza. Un tempo parte di un monastero di suore benedettine, fu trasformata in un lazzaretto durante le pestilenze del 1478, 1503 e 1528. Le sue mura, un tempo intrise di sofferenza, conservano ora la memoria di quei giorni bui e delle preghiere silenziose di chi vi cercava conforto e salvezza.
Costruita nella seconda metà del XII secolo, la chiesa custodiva la sacra icona bizantina della Madonna con Bambino (meglio nota come Madonna di Corsignano), donata dal crociato Gereteo alla comunità in segno di gratitudine. Quest’opera, largamente venerata, è stata successivamente trasferita nella Cattedrale di Giovinazzo. Si ritiene che il nome originario della chiesa fosse San Salvatore e, per questo motivo, ogni anno, il 6 agosto, i giovinazzesi si radunano presso la chiesa fin dalle prime ore del mattino per celebrare la Trasfigurazione di Nostro Signore, una solenne tradizione che affonda le radici nella devozione dei secoli passati.